ChatGPT non è la Regina di Cuori

Quando vivi in un paesino balneare la radio a maggio la senti suonare dai lidi anche dai banchi delle scuole medie.
Regina di cuori dei Litfiba appena uscita sarebbe diventata una delle hit dell’estate, ma di quell’anno mi ricordo il mio professore di educazione artistica, scomparso qualche anno fa, che ci ripeteva sempre che “l’arte è tutto ciò che è bello” non ho mai saputo se fosse una citazione riciclata, sta di fatto che me lo ricordo ancora ogni volta che mi sento in forse di fronte a qualcosa che non percepisco immediatamente perché sento di non averne le competenze tecniche.
Mi è successo qualche giorno fa di essere stata invitata ad un camp sull’AI, organizzato da AI Italia, e mi sono chiesta come mai proprio io che a stento riesco a salvare un pdf.
Il posto era bellissimo, le Murate sorgono sulla struttura di un ex monastero con funzioni carcerarie, e Firenze è così accogliente che ero convinta ancor prima di capire il tema dell’evento.
La formula non prevedeva relatori ma piuttosto uno spazio aperto di discussione con esperti e non, vista la mia presenza, si è discusso di come l’AI utilizzata ormai nei grandi titoli dai media sia spendibile nelle professioni e i limiti.

Ho preferito ascoltare che parlare, nonostante la disponibilità nell’ interagire anche con chi ha sentito la parola chatGPT in quella serata per la prima volta.
In estrema sintesi, si può chattare con un sistema di intelligenza artificiale in grado di rispondere, più o meno accuratamente ad ogni nostra domanda, qualsiasi di qualunque genere.
Se qualcuno ha la mania di cercare collocazioni temporali per esempio e vuole sapere quanti anni ho, può chiedere in che anno è stato prodotto il singolo che ho citato all’inizio. Se non fosse soddisfatto può continuare a porre domande finché non avrà una certa precisione.
Se vi fosse venuta la curiosità sul monastero adibito a carcere, potreste chiedere in che anno venne dismesso e chi ha sviluppato il progetto di riqualificazione.
Ricordandomi di essere priva di competenze specifiche, come se fosse stato il novantasette mi sono chiesta in che modo poteva essere arte, visto che a me era sembrato davvero molto bello.
L’arte in quel caso erano le persone che sono riuscite a farmi fare delle domande, a farmi venire voglia di provare chatGPT appena rientrata in hotel nonostante fosse notte fonda e c’è un bar che fa dei cocktail buonissimi.
Si può usare la chat anche per formulare quesiti di valutazione? Si direi di sì.
In quel camp l’avvocato Simone Aliprandi (Facebook, Instagram), esperto in materia, ha spiegato che è lecito utilizzarla per scrivere articoli e ricerche, sarebbe lecito anche utilizzarla per creare test da somministrare? A quanto pare si.
Sembrerebbe che alcuni studenti l’abbiano usata per compilare delle tesi, con grande stupore mediatico, come se non si potesse copiare prima. Ma se la usassero gli insegnanti per valutare? Se un docente in ritardo nella preparazione dei compiti, che si sa per evitare che si copi deve diversificare, si affidasse alla chat per generare quesiti?
A chatGPT che l’arte è tutto ciò che è bello glielo hanno detto? Secondo me del 1997 si ricorda solo Un-break my heart di Tony Braxton che è stata prima in classifica, ma non avrebbe citato un pezzo scritto da un artista fiorentino in linea con l’esperienza come ho fatto io.


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